venerdì 29 febbraio 2008

Er Presidente

Davidino Davidino, alla fine mi hai fregato, lo sapevo, lo sospettavo, un improvviso sentore si era impadronito di me ma ancora l’elettricità nell’aria non era arrivata, la colomba dei messaggi era rimasta indietro a raccogliere le lettere perdute per sbadatezza, l’uccellino mattutino finalmente in amore aveva perso la strada ed era finito in un bordalbero di periferia, io ignaro mi trastullavo nei miei pensieri in attesa della riunione del direttivo.

Ero intenzionato da tempo a rimettere piede nel circolo, troppe volte trascurato, volevo ricominciare a partecipare attivamente come già era successo in passato, sentivo il bisogno di essere parte del movimento. La mia dote di ribelle mi spinge sempre a mettermi in bella vista in attesa del pericolo, a testa alta attendo le onde del maremoto, attendo che il loro frastuono sia talmente vicino da percepire già la lacerazione della mia carne sotto la loro pressione, eppure dentro di me dimora un essere di diversa natura, uno gnomo che ama la vita all’ombra degli alberi, nascosto e al sicuro, lontano dalle grandi piazze alla continua ricerca di solitudine, di spazio mentale per le proprie introspezioni, alla larga dalla calca.

Forse infine il messaggero è sopraggiunto per portarmi la sua comunicazione, il problema però è anche legato alla tempistica, ormai era troppo tardi il consiglio direttivo mi aveva appena eletto Presidente del Circolo di cultura omosessuale Dario Bellezza.

Caspita e ora che faccio? Di tutti i pensieri che potevano attraversare la mia testa il primo era di preoccupazione, il secondo di straniamento, il terzo di vergogna, si esatto vergogna, non mi sento all’altezza di un simile compito, ho paura di commettere degli errori imperdonabili, mi sento inadatto e fuori luogo. Oggi era la giornata delle firme, mi sembrava di essere tornato scrutatore – anche se li le firme erano qualche centinaio in più – fogli da compilare, scartoffie che riportavano successive informazioni: sugli spazi, le attrezzature, i luoghi comuni, le responsabilità di tutela degli spazi pubblici, burocrazia assurda. Sono tornato a casa con l’emicrania, mi girava la testa, ho girato per tutta la città per trovare un posto in cui stuzzicare qualcosa ed era tutto chiuso! Assurdo! In questa città di venerdì non puoi permetterti di mangiare nulla in giro se non l’ultimo orrore alimentare, il McDonald’s.

I succhi gastrici stanno facendo capolino, dentro al mio stomaco è nata una piccola fiabilandia, montagne russe corrono allegramente lungo le pareti rugose e si schiantano sul mio piloro provocandomi continui reflussi…

Ruiten…

giovedì 28 febbraio 2008

Il dramma di ogni fine


Ebbene si lo ammetto, sono un accanito fan delle casalinghe disperate. Tutto è cominciato per caso, per curiosità guardi il primo episodio e lo trovi interessante, passi al secondo poi al terzo e senza accorgertene aspetti la tua razione settimanale di dopamina catodica. Le casalinghe sono lì che ti aspettano e tu anche attendi con ansia il momento di rivederle, con tutte le loro manie, forme di psicosi perfezioniste, moralismi bigotti tipici dell’America di provincia, ideali di bellezza e perfezione, sogni infantili di amori impossibili, carriere da sostenere, famiglie da mantenere.

Bellezza, ingenuità, ignoranza, astuzia, sufficienza, tutti gli ingredienti del minestrone si concentrano nella vita di persone che spesso rasentano la follia, ma che tutto sommato non si allontanano troppo da coloro che quotidianamente incontriamo, non sono poi così parossistici quei modelli di donne appartenenti alla classe medio borghese Statunitense.

Forse la mescolanza tra aspetti apparentemente discordanti, forse il colpo di sciabola al ridente sogno americano, tanto idealizzato quanto vituperato, forse semplicemente il gusto di entrare in queste vite assurdamente pseudorealiste, così sfacciatamente false da assurgere a realtà autonoma.

Sarà discutibile ma sicuramente gli autori della serie hanno saputo creare un mondo con mescolanze estremamente originali nella loro apparente banalità, fatta di quotidianità, ed io mi son lasciato trascinare dalle torbide acque dei segreti di Wisteria Lane, dall’immorale capziosità del i panni sporchi si lavano in casa e apparentemente a disneyland stiamo molto bene…

Ieri sera è andata in onda l’ultima puntata della terza serie anch’essa seguita pedissequamente, quasi morbosamente, nell’assurda foga dello spettatore ho finito per immedesimarmi nei personaggi, ovviamente non poteva che arrivare la batosta finale, visti i matrimoni congiunti di due delle protagoniste.

Ebbene sfiga delle sfighe a qualcuno degli autori viene in mente l’assurda idea di far venire il cancro al mio personaggio preferito Lynette Scavo, posso anche mandarvi a quel paese… poi come se non fosse stato sufficiente viene inscenato il suicidio tragico dell’ex cattivona Edie, era pure diventata simpatica, non potendo sopportare la separazione dall’unico uomo di cui si è innamorata, Carlos ex marito di Gabrielle – che la lascia durante il suo matrimonio con un fervente politico locale – decide di non poter sopportare l’ennesimo fallimento della sua vita e si impicca, nel frattempo… etc.. etc…

Allora, ho capito che lo fate per tenere il pubblico in tensione per la prossima fottutissima produzione, lo so che l’effetto attesa rende tutto più interessante e maschera anche le magagne tipiche delle seconde terze e quarte serie, ma non potete lasciare la gente in questo stato di ansia, le fate venire le palpitazioni e il sudore freddo… fiato sprecato? Io in ogni caso resto molto contrariato, mi si perdoni la superficialità ma ogni tanto serve anche a me.

mercoledì 27 febbraio 2008

Ballarò 27-02

Scene di straordinaria follia nazionale:

Un Formigoni sempre arrogante e menzoniero, un Massimo (al minimo) D’Alema offuscato, con la patina di cera invecchiata i capelli bianchi di chi si è adattato a fare una politica asservita ad un riformismo che preferirei definire conservatorismo cattolico, un Pierferdinando Casini “rinnovato”, che inutilmente cerca di assurgere al ruolo di capobranco del riformismo moderato democristiano. Tutti insieme a discutere su minimalismi formali inutili, la politica che parla di sé stessa è uno spettacolo sempre poco edificante. Gli scontri tra D’Alema e Formigoni mal nascondono le idee inciuciste che si dilettano a mettere sul piano programmatico - della prossima Grosse Koalition - i non temi di questa campagna pastorale.

Imperversa il ritornello dell’oscena moratoria per la difesa della vita dal suo concepimento, PD PDL tanto simili nelle sigle lo sono di fatto anche nei programmi, inutile l’intervento di D’Alema in difesa della legge 194 – vorrei anche vedere se non fosse così – i discorsi sui dati scontati ma da ribadire continuano a dare la misura dell’invecchiamento mentale di questa classe dirigente, D’Alema parla di difesa della legge 194, ma si dimentica non solo della rinomata Teodem Paola Binetti ma di tutto quel settore appartenente all’ex-margherita che – nonostante la fantomatica appartenenza all’asse riformista – ha sempre sostenuto di non voler discutere di temi “eticamente sensibili” proprio per evitare la divisione delle coscienze… - mi chiedo quali coscienze debbano dividersi su un diritto inalienabile ma qualcuno ancora oggi ritiene inopportune queste definizioni – e queste componenti non fanno certo parte di quel settore più retrivo dell’ex partito neopopolare di sinistra, si parla di personaggi del calibro di Rosi Bindi, Francesco Rutelli, Dario Franceschini, Paolo Gentiloni, e la lista potrebbe continuare ad allungarsi.

Non perdo certo altro tempo in inutili parallelismi del PDL bastano due nomi Formigoni e Prestigiacomo. Ma qualcosa scappa dal pur sempre erudito e tagliente Tin-dalema, i partiti coalizione come quelli americani contengono per loro natura delle forti contraddizioni interne…

Partiti coalizione? Non era il PD una realtà che toglieva di mezzo le tensioni centripete delle grandi coalizioni maggioritarie di governo? E per emulazione non lo era anche il PDL? Allora perché scegliere a tutti i costi di abbandonare l’asse più radicale della sinistra visto che le discrepanze si sono infine trasferite all’interno di questi grossi contenitori – vuoti – di idee di stretta importazione statunitense?

Questi enormi silos di cereali misti non reggono neppure al loro concepimento la prova democratica del dialogo, se non con la parte avversa l’altro silos (di fasci). Abbandonare la sinistra radicale sotto quest’ottica sembra invece sottendere ad un’altra ricerca, il voto dei cattolici ed il sostegno della chiesa, intesa come organismo centrale. Come intelligentemente sosteneva Sansonetti, questi grossi sacchi napoletani, in comune accordo, progettano di cancellare dalla storia politica italiana partiti storici di fondamentale importanza allontanandosi dalla tradizione politica europea. Che cosa spera di ottenere il PD italiano non riconoscendosi nella grande famiglia della costituente socialista europea? Vorrebbe essere il principio di un nuovo centro alternativo al PPE? E la sinistra di tradizione socialista dove andrebbe a finire? Il socialismo europeo che ha operato le più importanti riforme sociali del continente, rendendolo di fatto l’ambito geografico più democratico sulla terra, non può essere messo in disparte in onore di una fantomatica superiorità democratica della sinistra americana.

Dove ci porta questa tendenza negativa della sinistra italiana? C’è aria di resurrezione dell’area democristiana, già rivelatasi fallimentare, ci sono tre partiti di centro: La rosa bianca, l’UDC e il PD, tutti e tre rigorosamente separati e politicamente inconciliabili.

Stiamo decisamente dando ai coinquilini continentali l’ennesimo spettacolo di decadenza cui ormai si sono abituati.

Zapatero confido in te!

martedì 26 febbraio 2008

Flirt commerce

Tenere ben separate le proprie componenti è cosa estremamente importante, soprattutto se si parla di componente fisica e istintiva contro componente emotiva e mentale. Dopo lunghi ripensamenti torno al punto di partenza giungendo alla conclusione di non essere in grado di conciliarle, a volte sembrano appartenere a due entità ben distinte, pensano contemporaneamente in opposizione l’una all’altra e finiscono per rendere ancora più difficili certe scelte.

Siamo tutti alla ricerca di qualcosa che sappia appagare le nostre esigenze ed aspirazioni, sia questo qualcosa un soddisfacente avanzamento nella scala sociale, una corrispondenza del lavoro svolto, una remunerazione corretta ed equilibrata – rispetto alle nostre aspettative ovviamente – le congratulazioni generosamente offerte da chi già ci stima – o più spesso da chi ci detesta – l’ultimo ma non meno importante campo di definizione della nostra autostima è quello sentimentale, costantemente in preda di correnti emotive collettive ci facciamo prendere da confezioni regalo di emozione, fiocchi rossi di ti amo, pacchi perfettamente progettati di storia ideale e da seguire, dolciumi e schifezze varie di tipo cuoriforme, nostalgie fantasy Dynastiane, idealismi estetici chirurgici e botulinici, rigonfiamenti emostatici steroidei.

Tutto in vetrina perfettamente imbellettato e laccato per farci pensare a confetti di sentimento invece che a misere retribuzioni rispetto al lavoro svolto, dolci esuberanti fragranze di gusto sintetico rispetto all’amara analisi del nostro contesto in via di disfacimento, prospettive di destini ideali e delicatamente colorati di pastello e acquerello ad arginare un esasperante sentimento di cupa depressione post-illusionista.

La carota giornaliera è servita e l’asino continua a camminare in linea retta, verso quel modello economico per lui delineato, verso la struttura consumistica che democraticamente ha contribuito a definire, verso mete non scelte ma imposte, in direzione dei panieri ideali di consumo economico, soddisfazione percentuale media equa e solidale, inflazione in caduta libera – verso l’alto – costi pronti al decollo – esponenziale – soddisfazione in calo, si richiedono misure di emergenza per riportarlo ad un tasso concorrenziale, assunzione di nuove misure economiche atte ad arginare il fenomeno, abbassiamo il prezzo dei prodotti di elettronica e vestiario, apparenza di benessere, amnesia del consumatore, il livello di soddisfazione solidale è ripristinato, l’equo aspetta la prossima manovra di fine legislatura.

Per quale motivo dare tanta rilevanza al dilagare di false notizie di benessere raggiunto per un oggetto deperibile in più sotto il tetto di casa? come fare a raggiungere i livelli medi e ideali disegnati da un mondo di squali finanziari? Missione impossibile se non demenziale e ridicola, porsi come meta il raggiungimento di obiettivi altrui in dissenso a quelli individuali. Permettere al mercato mediatico, finanziario e collettivista – pseudocorporativo – di influenzare le nostre scelte, tramite specchi per le allodole accuratamente posizionati nei giusti angoli prospettici, vuol dire rinunciare ad un mondo infinito di idee e fantasie che albergano in ognuno di noi, perdere l’unicità che ci contraddistingue, impoverire la vera collettività fatta di forti differenze e colorata da pensieri ed opinioni in opposizione e sempre difformi alla media statistica.

Allora rivendico la mia lotta interiore, difendo la mia ricerca personale, faccio tesoro delle mie esperienze anche se non apprezzabili da tutti, dico basta a questo uniformarsi che continuamente passa sotto il mio sguardo atterrito. È importante tenere separate le proprie componenti? Io, in funzione delle mie esperienze e peculiarità, ritengo di si, può accadere che tutto cambi radicalmente e mi porti a scelte opposte, questo lo valuterò a tempo debito ora ho deciso.

domenica 24 febbraio 2008

Risvegli

I risvegli possono rivelarsi a volte terribilmente agghiaccianti, un risveglio mattutino potrebbe coglierti impreparato contemporaneamente per un dettaglio dimenticato ed un avvenimento inaspettato. Il cervello seleziona automaticamente le informazioni da tenere in considerazione e quelle che invece possono essere messe da parte, è sempre una decisione selettiva basata sulla logica del risparmio energetico, la nostra mente ne è un esempio eccelso, si proietta in indissolubili gesti di generosità finchè non arriva il momento di giustificare le proprie mancanze. Le motivazioni alle azioni che compiamo giornalmente sono da ricercare nella complessa macchina strategica che la nostra evoluzione ha perfettamente provveduto a proteggere, sì, una macchina strategica, come altro chiamarla? Un infinito groviglio di fili che si snodano nell’immenso spazio vuoto del pensiero, macchina strategica perché messa in atto in funzione della stessa e propria sopravvivenza. Ultimo livello di pensiero quello legato al fabbisogno individuale, strategia di pensiero o meglio pensiero di strategia.

Il risveglio può essere di diversi tipi, in marcia, la dormiveglia, una banale sonnolenza che ci accompagna verso la meta smaltata di casa nostra, la nostalgia dei ricordi che debitamente abbiamo disordinato durante la notte, la curiosità per i personaggi che abbiamo conosciuto attraverso la nostra immaginazione. Quando soffri d’insonnia il risveglio porta nomi diversi, non è mai lo stesso, in qualsiasi forma esso si manifesti mantiene il retrogusto amaro della linfa vitale consumata da notti intere passate a pensare, momenti di delirio passati alla ricerca dell’oggettività di un contesto in continua evoluzione, lo strangolamento dello stomaco mentre cerchiamo di trovare la differenza tra il prima in via di dissolvimento e il dopo sulla scia dell’apparizione.

Il risveglio dell’insonne porta sulle spalle il peso della propria corporeità ribelle, delle gambe che non ascoltano alcuna volontà di quella che dovrebbe essere la loro autorità di comando, la volontà che normalmente le fa muovere.

Ma quando a chiamarti alla vita quotidiana sono fatti inaspettati arrivano le ali di Mercurio e ti portano dove devi senza alcuna esitazione, sei in grado di presentare al mondo la tua competenza precocemente giornaliera, dimentichi la notte, le altre, la settimana, il mese, la vita.

I nostri sentimenti ci consumano inesorabilmente, soprattutto se non siamo in grado di gestirne la portata di lancio, ci portano a fare l’impensabile ma ci fanno anche dimenticare la vera capacità di sopportazione in qualità di individui.

Quanto potevo trattenere il vulcano che mi stava esplodendo dentro quando hai deciso di non tornare insieme a me? Quanto potevo continuare a far finta di non vedere come stesse male il più grande amore della tua vita? Come potevo non accorgermi del fatto che questo malessere profondo avrebbe trascinato tutto nel suo baratro? Eppure il dovere dell’apparenza doveva continuare a portare i suoi frutti, mai gettare la spugna, arrendersi a sé stessi avrebbe voluto dire darti un altro peso sulla coscienza, il mio peso sarebbe stato insopportabile.

Hai visto brillare i miei occhi, hai sentito il mio abbraccio forte quando, cara gemella, ci siamo salutati, i sussulti sono sopraggiunti subito dopo, trattenuti a pressione e pronti ad esplodere durante il viaggio di ritorno.

Nella solitudine del mio posto di guida non ho più potuto trattenere nulla, il mondo aveva avuto, per una volta, la meglio su di me, ero sconfitto da ciò che stavo provando, la tristezza dell’ignoto mi opprimeva il petto e stringeva le mie budella. Il tramonto che lentamente si delineava all’orizzonte man mano che mi allontanavo da voi lasciava il sapore della paura, la sgradevole sensazione di impotenza verso gli eventi imprevedibili, le novità indesiderate per le quali non muoveresti un dito affinché avvenissero.

Ma ora sto meglio, ora penso che riuscirò a passare anche questo, penso che presto tutto ricomincerà come prima, credo di poter nutrire il mio spirito di nuove speranze da coltivare stavolta da solo, senza l’aiuto di nessun altro, senza l’apporto di chi per me è e rimarrà sempre importante ed indimenticabile.

In questo buio serale vorrei poter dire buona giornata in segno di buon auspicio, per dare senso alla fantasia meravigliosa di un domani possibilmente bello e che possa compensare le sofferenze di ieri.

mercoledì 20 febbraio 2008

Ferjabba

Ferrara ritira la candidatura da Sindaco di Roma… indignato… non c’è problema c’è sempre il posto di rettore alla Sapienza, potrebbe fare l’obiettore di coscienza presso qualche ospedale capitolino, per prendere il posto degli ultimi medici non obiettori rimasti.

Poi rimane sempre la Cappella Sistina, sarebbe un ottima poltrona nella sua nuova veste di cardinale e prefetto della congrega "affetti apparentemente dalla sindrome di Klinefelter", alla fine non ha comunicato il risultato dei test a cui si sarebbe sottoposto, scoperto qualcosa di peggio forse?

Ha forse sviluppano una nuova forma di cirrosi incontinente ratzitolina? Non è giallo fuori, solo bianco e giallo nella mente, o forse semplicemente ha scoperto di essere il frutto di un incontro incestuoso tra Ruini ed un lottatore di sumo trans?

Ma dall'album di famiglia esce sempre una nuova sorpresa, indovinate con chi era imparentato il nostro bel Giulianone?

martedì 19 febbraio 2008

Lo sciacquone

Sembra di cadere in un vuoto senza fondo, ogni giorno che passa il paese in cui sei cresciuto sembra sempre di più assomigliare ad un’immagine caricaturale da commedia all’italiana.

La gente che parla su sé stessa è sempre esistita, ora è diventato un obbligo di coscienza individuale, chi parla di cose vacue e prive di significato appare saggio e competente, dare opinioni in terreni culturali a sé ignoti è ormai una consuetudine nazionale. L’importante è arieggiare le fauci, cambiare il fetido odore di marcio accumulatosi per le solite vecchie merci da sciacquone che vi transitano…

Mi sono appena alzato dal mio angolo piastrellato di casa, dal mio angolo più intimo, il luogo depositario dei miei pensieri più bassi e segreti, mi sono alzato ed ho premuto il pulsante magico della liberazione, spero che tutto passi e vada a finire dove deve, nella fogna.

sabato 16 febbraio 2008

Partecipo

Ho scelto, parteciperò al congresso costitutivo dell’Associazione Certi diritti che si terrà a Roma il 1° Marzo, credo sia arrivato il momento di impuntarsi sulla parificazione di diritti con tutti gli altri cittadini di questo stato, Cesena-Roma è un viaggetto non da poco, ma lo faccio volentieri, un domani non avrò rimpianti per non aver preso parte attivamente ad azioni utili alla mia causa. Peccato che non riuscirò a vedere molto la città visto che si parte alla mattina e si va avanti fino a sera…

Urge un piano di battaglia

Sguinzagliamo gli opinionisti

venerdì 15 febbraio 2008

Etica in politca

Questa sera ho visto un interessante dibattito tenutosi ad Annozero, si sono sfiorate le tematiche più disparate e do atto a Santoro di aver lasciato terreno a quella rivoluzionaria della Borromeo…

L’ospite era il terzo, o più precisamente quarto quinto sesto, incomodo tra i due poli, Pierferdinando Casini. Devo concedere al mio, politicamente, nemico naturale di essersi comportato stranamente da moderato vero, nei toni se non altro. Qui almeno, a differenza della corte arcobaleno di Porta a Porta, dove un giullare, appunto di corte, consegna in un piatto d’argento le domande da scegliere per il diretto interessato, si è discusso veramente delle possibili tematiche, senza ipocrisie di sorta, senza le solite strumentalizzazioni. L’unica eccezione, ma c’era da aspettarselo, è stato quel gran gentiluomo di Belpietro che mai dimentica di ricordare ai telespettatori il proprio fair play di stampo basso-padano.

Mi dispiace dover dar ragione ad un uomo come Casini, che politicamente è quanto di più repellente per la mia idea di stato civile, riguardo ad una tematica che a quanto pare spaventa il PD quanto il PDL, l’etica come regola civile. Berlusconi ad un iniziale sostegno ha dovuto sostituire un parziale dissenso alla lista Pro life di Nutellone Ferrara, limitandosi ad indicargli la strada della mozione per la tutela della vita fin dal suo concepimento presso le Nazioni Unite, deve comunque fare i conti con l’ala liberal dell’ex Forza Italia, Stefania Prestigiacomo, Chiara Moroni, e con il neoalleato Daniele Capezzone, insomma con quella parte, sicuramente minoritaria, del suo ex partito e oltre che si riconosce nei valori dello strato laico italiano. Veltroni da parte sua ha minimizzato il problema, come d’altra parte già aveva fatto Franceschini a Ballarò deviando il problema sulla moderazione dei toni, dei temi laici stabilendo che a suo parere non ci dovrebbero essere delle sigle che si fanno portatrici di tali valori, il caro Walter forse si dimentica del fatto che siamo lo stato all’interno del quale si trova lo stato del Vaticano e che le ingerenze del pensiero cattolico fondamentalista si fanno sentire con maggior vigore ogni giorno di più. Anch’egli d’altra parte deve fare i conti con le divisioni che orbitano all’interno del neonato partito che presiede come segretario, quelle tra Barbara Pollastrini e Paola Binetti, tra Massimo D’Alema e Francesco Rutelli e l’elenco potrebbe proseguire a lungo.

È lecito e legittimo che i temi etici entrino in campagna elettorale, diversamente è incivile che diventino vessillo di battaglia, o che fomentino estremismi medievaleggianti come i fatti di Napoli, o l’assurda mancanza di assistenza sanitaria per le donne che decidono di abortire, ma che di fatto vengono messe in condizioni di non poterlo fare per l’esclusiva presenza di obiettori di coscienza presso i pubblici istituti sanitari.

È lecito che tali tematiche entrino nel dibattito politico perché sono giustamente attinenti spesso e volentieri alla quotidianità del cittadino, perché di fatto agiscono sulle nostre libertà individuali e possono impedirci di compiere determinate scelte o di portarci ad una maggiore libertà di scelta.

È lecito che il cittadino consapevolmente possa votare per un determinato schieramento sapendo quali intenzioni abbia riguardo al mantenimento o all’abrogazione della legge 194, agli occhi di ciò che è successo in questi giorni soprattutto, e anche le motivazioni per cui un candidato premier voglia portare avanti determinate scelte politiche invece che altre.

È lecito sapere quali siano le intenzioni di un determinato schieramento o partito rispetto alla necessaria introduzione di nuovi diritti civili, alla discussione sulla possibilità per le persone dello stesso sesso di contrarre il matrimonio o qualsiasi altro tipo di unione civile e perché.

È lecito conoscere le opinioni di questi gran signori rispetto alle libertà individuali, quelle vere, non le libertà intese come puri liberismi appannaggio dell’ex congrega della libertà, ai confini dello stato laico rispetto a quello a scudo crociato che invece potrebbe delinearsi in alternativa.

Di cosa si vuole discutere altrimenti, di come va messo il biscottino sul piattino del caffè? Se a destra o a sinistra della tazzina piuttosto che al centro? Ma mettiamolo direttamente dentro al caffè, una volta fatta la zuppa tutto diventa indistinguibile e interpretabile no?

A cosa porta questa politica inaugurata dal nuovo Veltroni, quello americano del PD, al sistema statunitense delle grandi masse? Quello in cui i politici parlano del nulla? In cui prendono capo e coda li schiacciano facendo grandi plateali e populisti discorsi che colpiscono la gente al cuore dimenticando tutto quello che ci stava nel mezzo? Vogliamo veramente una politica secondo la quale destra e sinistra si confondano su un fondo grigio come sottotoni di esso? Avevamo paura della casta, ma dobbiamo averne ancora di più se i poli si confondono perché allora davvero cominceranno a fare unicamente i propri interessi. Quale democrazia ci viene garantita se non c’è alternativa alcuna ai due grigi dominanti? quale distinguo può fare l’elettore tra chi dice che l’alba è l’inizio di un nuovo giorno e chi invece sostiene che è invece l’inizio della fine del nuovo giorno? È su queste minuzie che si misureranno i candidati premier?

giovedì 14 febbraio 2008

I have a dream

Io ho un sogno… un Italia diversa che guarda al domani, un paese che senza paura guarda al futuro ed ai cambiamenti necessari, un paese che non dica no, ma che sia pronto a ridiscutere sulle cose e sui programmi…

Domanda: chi l’ha detto?

Risposta1: Berlusconi durante la campagna elettorale 2006.

Risposta2: Veltroni a “Porta a Porta” ieri sera.

World press photo

Premiata la foto che denuncia la violenza omofoba.

Coppia vittima di violenza omofoba attende aiuto medico, Budapest, Ungheria

mercoledì 13 febbraio 2008

martedì 12 febbraio 2008

Vuoi abortire? ti mando la polizia


Aborto, blitz della polizia nella clinica ostetrica
"Nessuna violazione della 194"

Dal blog Bioetica:

La polizia irrompe nel policlinico di Napoli contro una donna


Appello per la difesa della 194

Laicità & Civismo? Belle parole, scarsi i fatti





Ho appena visto il servizio di Repubblica TV intitolato “La Chiesa in campagna elettorale”, inviterei chiunque non l’avesse ancora visto a prenderne visione, il dibattito si è svolto in maniera corretta e leale.

Devo prendere atto, ogni volta che ascolto le sue affermazioni pubbliche, della coerenza del Ministro Barbara Pollastrini, capace di dimostrare la propria continuità politica e civile in un difficile ruolo di eroina dei valori laici. Ritengo difficile questo ruolo da lei assunto per via della diluizione che di fatto è avvenuta nel neonato PD tra posizioni laiche, più simili a quelle di altri paesi Europei Civilmente più evoluti del nostro, e i nuovi integralismi clericali che parte del PD purtroppo ancora incarna.

Condivido pienamente questo appello e prendo coscientemente la decisione di aderirvi, diversamente non mi sento in condizione di votare questo nuovo “mostro” politico, non ha il coraggio di prendere la decisione definitiva di aderire pienamente, senza se e senza ma, ai valori laici che dovrebbero contraddistinguere una democrazia moderna, rimane comunque attaccato ad un idea antica di Italia Vaticanista e cattolicamente impastata, decide di abbandonare alla sua sinistra i sostenitori più leali al governo che anch’esso ha sostenuto a favore di quel nuovo estremismo di centro rappresentato dai partiti quali IDV, che hanno di fatto rappresentato di gran lunga un maggiore ostacolo al cammino della legislatura insieme al partito dell’UDEUR e ai rappresentanti del pensiero cattolico all’interno dello stesso PD quali la senatrice Paola Binetti o la corrente Rutelliana dell’ex Margherita.

Io rappresento uno di quei cittadini che da questo stato vengono considerati di serie B, una parte di quel 10% della popolazione che non può più sopportare le costanti ingerenze del pensiero cattolico e del laicato filo-clericale, tanto in voga negli ultimi tempi, sono un individuo che si sottopone a tutte le richieste doverose che questo stato gli impone ma che, a differenza degli altri cittadini Europei, si vede decurtato del suo diritto alla libera espressione delle proprie preferenze in ambito sessuale.

La politica non può permettersi di ergersi ad entità moralizzatrice dello stato cui appartiene, lo stato non può dare giudizi morali sugli atteggiamenti dei suoi cittadini, sotto tali impostazioni ogni cosa diventerebbe opinabile, la libertà di espressione tornerebbe ad essere un miraggio lontano, come purtroppo è già accaduto in tempi non troppo lontani, ma a quanto pare già dimenticati.

La libertà di espressione non si esplicita solo oralmente nelle cose che possiamo sostenere, nelle opinioni che esprimiamo, nei pensieri che decidiamo di sostenere, ma anche nella possibilità di esprimere noi stessi, nella nostra interezza umana, psicologica, fisica e sessuale.

Siamo stanchi di vivere in uno stato che di fatto non ci rispetta e decide deliberatamente di imporre una morale di parte ai suoi cittadini, che sul piatto della bilancia non osa mettere la nostra questione civile e morale, quella dei diritti GLBT, per paura di dover affrontare i dissensi dell’episcopato o del Vaticano stesso, stanchi di vedere ogni giorno legittimate istituzionalmente le ingiuriose discriminazioni cui siamo sottoposti mentre tutto tace e prosegue il suo cammino senza neanche l’indignazione di una minima attenzione ai nostri bisogni.

Il Terzo Reich applicava il triangolo rosa ai nostri abiti per distinguerci dal resto dei deportati, oltre che dalla popolazione ariana, lo stato italiano ha trovato una scorciatoia più semplice ai campi di concentramento, alla deportazione, ai lavori forzati, allo sterminio in massa, l’inedia.

Purtroppo il nuovo Partito democratico non dà risposte a questi temi, e mi duole dire che i DICO sono infine stati solo uno specchio per le allodole, un trabocchetto acchiappa consensi per ottenere il benestare dell’associazionismo GLBT, ai fatti c’è una spaventosa trasversalità filo clericale nel PD stesso che impedisce nei fatti l’approvazione di un simile disegno di legge.

Littizzetto & Elezioni anticipate



Come darle torto?

lunedì 11 febbraio 2008

Brazil

Non potrò più ascoltare Aquarela do Brasil senza sentire un brivido salirmi su per la schiena.

La brama di controllo di ogni singolo evento di una società post e neo industriale arriva a definire un mondo in cui ogni passaggio di vita, di soldi, di cose è affidato ad una rigida struttura burocratica, il contatto umano tra gli individui appartenenti a questa struttura fiabesca è un privilegio concesso unicamente ad una stretta elite di uomini appartenenti al Ministero dell’informazione, le donne hanno liberamente scelto di affidare alla chirurgia plastica tutti i propri sogni di emancipazione diventando surrogati di gioventù.

Il mondo è costituito da un intricata rete di tubature che ripetutamente manifestano la loro onnipresenza, tubi dell’acqua, dell’elettricità, del riscaldamento, del condizionamento dell’aria, di comunicazione ma soprattutto tubi di trasmissione dell’informazione.

Ma ogni descrizione può solo rivelarsi parziale in un mondo fatto di carta e tubi, questa nefasta profezia dimostra bene i suoi 23 anni ma concettualmente non ha tradito il messaggio che voleva mandare alle masse, un mondo fatto di numeri e dati di riferimento ad altri riferimenti non porterà nessun progresso utile alla civiltà, ci potrà soltanto ridurre ad un ammasso informe di formiche insensibili ed inutili.

venerdì 8 febbraio 2008

Vladimir la Leader

Ce ne fossero cento, mille, un milione di Vladimir Luxuria, tutte a far valere la voce della laicità in parlamento, a parlare dei diritti di cittadini che da cittadini non vengono trattati.
Un appello a Rifondazione Comunista, candidatela di nuovo, abbiate ancora il coraggio che vi ha contraddistinto con l'elezione in puglia di Nichi Vendola e con l'ingresso nel vecchio e ammuffito parlamento italiano di una transgender, la prima in Europa!

giovedì 7 febbraio 2008

Irina Palm




Era tanto che volevo andare a vederlo, i commenti li avevo ascoltati, la critica concordava convergendo su un giudizio stranamente positivo, tutte le mie aspettative sono state soddisfatte.

Con magistrale delicatezza il dramma della malattia e della povertà viene destrutturato e rianalizzato, non tutti i poveri sono uguali, la povertà come condizione non appare per forza con abiti sporchi e volgare inappropriatezza alla vita sociale, i legami sono manifesti nella loro crudezza, le difficoltà dei rapporti prendono consistenza definendo il gelo che tipicamente solca i rapporti interpersonali familiari. Minimale la sceneggiatura, perfetta la recitazione di Marianne Faithful, dissacrante la definizione quasi dettagliata del grottesco. Davvero un film da vedere.

mercoledì 6 febbraio 2008

Se non può appartenere a me, non apparterrà a nessuno.

Qualcuno tenta sempre di tornare dal pozzo dei ricordi nella nostra vita, c’è sempre voglia di trasformare e plasmare gli avvenimenti passati in qualcosa di diverso, la tentazione del revisionismo che strisciante continua a suggerire nuove vie da percorrere per ritrovare la strada maestra.

Non c’è peggior testardo di colui che non vuol vedere di fronte a sé, di colui che continua a vivere nel proprio passato e idealizza avvenimenti di per sé poco edificanti. Se cerchi di comprendere le istanze altrui scoprendo il lato più sensibile e percettivo della tua indole finisci irrimediabilmente relegato in due distinti mondi.

Quello della persona da beatificare, se non da santificare, e successivamente quello di chi va demolito o comunque istigato all’autodistruzione.

In questo pianeta vivono miliardi di individui completamente diversi, con esperienze uniche e pensieri che definiscono in sé tanti piccoli e diversi mondi, universi paralleli fatti di altrettante vite ed eventi.

Chiunque si trova prima o poi nel suo breve arco di presenza biologica, inteso come combinazione di materia che tende a costituirci in individuo, su questo angolo di universo ad affrontare quel complesso fenomeno dell’incontro scontro con altri individui della propria specie. Dicono che siamo animali sociali per nostra natura, questa affermazione è valida solo in parte, se per socialità si intende quel complesso fenomeno per cui un individuo, soppesati i possibili effetti positivi e negativi sulla propria esistenza come entità appartenente ad una famiglia sociale, una volta venuto a contatto con un altro della medesima specie stipula con quest’ultimo un contratto di non belligeranza o vicinanza, allora posso approvare questa espressione come aderente alla realtà, in una forma di idealismo si potrebbe anche definire l’uomo un individuo sociale, inteso come essere alla costante ricerca di rapporti umani, una sorta di essere benevolo che trova gratificazione nella cristiana benevolenza verso l’altro. Questo è decisamente l’aspetto edulcorato e occidentalizzante del fenomeno sociale umano.

Non mi ritengo un freddo osservatore di fenomeni, non sono uno scienziato, non uno psicologo (anche se mi sarebbe piaciuto), non un dottore, non un analista un economo un giudice, non sono un cinico individuo che vuole sgranare come una zolla di terreno asfittico la già deperita civiltà cui, mio malgrado, appartengo. Ho sempre cercato di fornire la maggiore quantità possibile di energia umana nei rapporti con le persone con cui ho condiviso parte della mia vita, purtroppo questo si traduce quasi sempre in una bieca forma di impossessamento della propria indipendenza, oppure nel caso peggiore nello sfruttamento a tempo indeterminato e con affetti a rendere.

Cerchi di comprendere i motivi per cui una persona si è legata a alla tua, cerchi di arrivare al nucleo degli eventi e alla scintilla che fa scaturire certe forme di irrazionalità tutte umane, lo fai perché saresti ingiusto e insensibile in caso contrario, perché non riusciresti a guardare più la tua immagine riflessa in una qualsiasi superficie riflettente, perché vedresti in ogni angolo l’ombra del misfatto, l’alito gelido della colpa, perché il peggior giudice sei tu stesso nei tuoi confronti, sei l’imperatore dispotico del tuo regno e ne definisci nel dettaglio tutti i comportamenti che non approveresti.

Ma a che serve la comprensione se poi determina mania di possesso? Quali strade potrà mai aprirci se non quelle dell’illusione altrui? Non importa quali siano le tue intenzioni, c’è sempre qualcuno pronto a rileggere i fatti e le affermazioni in una chiave tutta personale, irrazionale, tendenziosa.

Dire che il sole non gira attorno alla terra non può sortire nessun effetto positivo in chi è convinto che tu stia sostenendo, non solo, una balla ma che la tua sia una menzogna nei tuoi stessi confronti.

La psicologia umana è decisamente complessa e difficilmente definibile (per fortuna), ma sicuramente alcune menti ( decisamente tante) posseggono una forma compulsiva di ossessività, capace di illudersi delle cose più impossibili e fantasiose, capaci di elevare al grado massimo di beatitudine qualsiasi individuo che venisse investito dalla loro ondata emotiva anomala, ma pronte poi a distruggere ciò che non possono in ultima istanza possedere.


martedì 5 febbraio 2008

Perfetta definizione

lunedì 4 febbraio 2008

(puttana Eva!)

Ciclicità degli avvenimenti, ventisei anni fa i miei genitori mi battezzavano secondo il rito cattolico, iniziava la mia vita da membro della comunità cattolica, rinascevo sotto nuove spoglie, purgato dal peccato originale. (puttana Eva!)

Oggi domenica 3 febbraio 2007 subisce la stessa ingerenza la mia nipotina e il suo cuginetto, ironia della sorte già durante il battesimo del primo nipote, suo fratello, era iniziato un percorso critico di smantellamento verso tutti gli assiomi che man mano disvelavano le proprie discrepanze con la realtà tangibile e razionale.

Le chiese già quattro anni fa cominciarono ad apparirmi come semplici contenitori di culti e tradizioni, riti e abitudini, che si susseguivano con ritmicità perpetua. La motivazione? Irreperibile alla mia mente. Esisteva quindi qualcosa di più grande che avrebbe potuto dare una risposta? Si l’ignoranza, l’unico ostacolo allo sviluppo più completo di una persona.

Il prete toglieva dal loro dolce capo la macchia del peccato originale… Il peccato originale! Quale assurdità! Chi tra le persone normali e civilmente evolute potrebbe pensare che esista una colpa in seno alla stessa natura di un bambino venuto al mondo da non più di due mesi? Di quali peccati può essersi mai macchiato un essere che è uscito urlando da un ventre caldo, urlando per il trauma dell’inizio della propria vita fuori dal corpo materno, urlando per le sensazioni sconosciute che lo bombardano in ogni parte del suo corpo, per il dolore provato dai suoi primi respiri, la solitudine dell’inizio del suo percorso di vita privata, la scoperta di essere solo e soltanto sé stesso e non più un tutt’uno ventrale con la madre accogliente.

Qual è la colpa di cui si è mai potuto macchiare questo èsserino minuscolo che ancora non può neppure conoscere la natura della proprie azioni? Questa entità che pian piano comincia a capire la differenza tra il sé e il resto del mondo che lo circonda, che si trova in mano un complesso meccanismo biologico che spesso sfugge ai suoi controlli?

Certo certo, puttana Eva! Dimenticavo che deve essere ripulito dalle colpe di una coppia di austrolupitechi di specie e origine sconosciuta, genitori di tutte le genti presenti su questo pianeta, si erano macchiati del grave peccato di voler dar soddisfazione al bisogno di mangiare un frutto succoso e appetitoso. Brutti austrolupitechi e tu puttana Eva!

Proporrei una nuova moratoria:

Il divieto all’indottrinamento dei minorenni a qualsiasi credo religioso, battesimi, circoncisioni, e da tutte le forme di infibulazione morale e fisica.