lunedì 31 marzo 2008

Ricerca

Sono ossessionato da ciò che non so di desiderare, nasce nelle profondità del mio inconscio la necessità di un non plus ultra che ancora deve vedere la luce del pensiero. Le fasi alterne e psicotimiche della mia mente stanno metabolizzando una nuova meteora, ancora vago in esplorazione di questo nuovo mondo, cercando di afferrarne la natura, se non altro la forma, il contenuto e la sostanza.
Ruota attorno a me stesso l’incognita di ciò che ancora non conosco, non è potere, non è benessere, non è desiderio autodistruttivo, smania di eccessi, gigantismo incongruo per un animo in cerca dell’opposizione a tutti i costi, del contrasto preventivo, della virgola che pone l’accento sul dettaglio, della briciola che fa vacillare le fondamenta della roccaforte interiore. L’incognita possiede una sua vita propria e muove i pensieri più nobili ed evolutivi, ma attende comunque e sempre il proprio travaglio, brama il dolore della scintilla che la mette in luce e ne permette la comprensione, nascita, ingresso dirompente nell’inesorabile e banale quotidiano. Si nasconde nella coltre fumosa di caos tempestoso dell’astrazione mentale, mostra dettagli confusi del suo essere, cela l’aspetto più semplice quindi comprensibile della sua sostanza costitutiva, non ha alcun riferimento nell’esistente e si diverte a possedere intimamente l’attenzione dell’inventore che non sa di averla concepita, ignaro del come possa scoprirne i segreti, ma conscio della sua esistenza, esistenza ignota e grigia, del colore del nulla, dall’odore della notte, il suono dell’eco di una parola non pronunciata, la memoria di fatti mai avvenuti tuttavia reali nella pura invenzione, universo parallelo ma in rotta di collisione, lontano ma vicinissimo ed impercettibile, puro e scevro da contaminazioni esterne, concetto in itinere, evoluzione con fine non determinata, domanda ancora senza risposta.

sabato 29 marzo 2008

Quanto...

venerdì 28 marzo 2008

Tiè











Le cavità nasali occluse, le orbite compresse, la gola arida, i bronchi come ghiri-gori di sabbia si sgretolano al primo respiro, ronfano, sbraitano, il naso muto ascolta, sente di dover prendere parte all’opera dell’orchestra di fiati, ma qualcosa impedisce all’aria di fluire attraverso i labirinti delle sue gallerie interne. Ogni lettera liquida perde di significato, lo scambia con la gemella terreste, quella più dura, echi di suoni da caverna fuoriescono dalla cavità orale ogni volta che emette gemiti, le vibrazioni sono la forma di comunicazione più intensa, soprattutto l’unica interamente percepita, i suoni sono fiochi e ovattati, a volte neppure presenti, il mondo gira e va, volteggia allegro attorno alle membra stanche e intorpidite, fa una giravolta e poi si ferma lasciando l’effetto inerziale di proseguimento della rotazione, manca solo il fischio nelle orecchie e posso cominciare a fare il faro, quello di casa, dritto in piedi ma in equilibrio precario, il faro della camera da letto, della sala, della cucina, poco del bagno, il faro che emette un suono cupo e ronfante, di intensità variabile a seconda dei passaggi di merce nelle gallerie ai piani alti.

Ogni notte spero di allontanare il momento del sonno per allontanare a sua volta il momento del risveglio… in apnea totale, se passassi questo calice in un burattino meccanico celtico, vestito di verde, potrei sortire l’effetto che tutti speravano durante l’altro passaggio di stagione? Lo so che è come sparare sulla crocerossa, ma in fondo il mio è solo un atto di pietà estrema, è la stessa azione che siamo costretti a fare quando guardano il nostro animale domestico sofferente per una malattia terminale, scorgiamo quello sguardo che supplica l’eutanasia, in questo caso la malattia si chiama demenza cronica ma in fondo è altrettanto importante e distruttiva, guarda cosa combina nei cervelli bacati degli abitanti di quelle zone basse dell’est?!

Tanta ignoranza va compatita e compresa, dobbiamo imparare a diventare più tolleranti e altruisti nei confronti di persone bisognose di tante attenzioni, bisognose di una buona dose di audience televisiva, del sostegno elettivo degli abitanti della bassa, del sostegno del viagra – tutto sto celodurismo è difficile da sostenere – del cialis e quant’altro utile alla causa, e allora aiutiamoli questi poveracci a riprendere la via della civiltà – quella classica – gliela vogliamo dare una bella ripassata? Ripassiamoli!

giovedì 27 marzo 2008

Cor-da-ta






















Abbiamo una nuova cordata per l’Alitalia! Finalmente un gruppo nazionale si è proposto di interagire negli accordi di chiusura per la vendita dalla compagnia aerea nazionale, Air France potrebbe defilarsi come già è accaduto con la più prestigiosa ed efficiente Lufthansa.

Quali le proposte? Quali le soluzioni aziendali geniali messe in campo per risollevare le sorti, prima della fine della campagna elettorale, della prestigiosa compagnia di bandiera più stracciona d’Europa?

Semplicemente un tiro alla fune tra Arcore e Malpensa, la straordinaria capacità fisica dei padani sarà sufficiente a tenere in tensione un cavo metallico in sospensione, per poter finalmente collegare la città di Arcore con il proprio aeroporto Malpensa ed ovviare allo scandaloso mancato collegamento ferroviario tra città e aeroporto…

La bella e piacevole funivia non fungerà solo da collegamento, ma sarà anche una pregevole attrazione turistica , non sarà necessario un aereo militare, in una sbadata manovra ad alto rischio, a tranciare i cavi della funivia, come successe al Cermis, facendola precipitare nel vuoto con tutti i passeggeri a bordo in attesa di diventare un patè umano strapazzato; qui nella funivia Arcore-Malpensa o Malpensa-Arcone, sembra il ma che precede l’anche Veltroniano, sara lo spessore dei cavi a far cadere la cabina imperiale da 50 posti nel bel mezzo della città, sopra al Pirellone o alla Torre Velasca, a fornire spettatori al decadimento istituzionale e urbanistico cittadino. I cavi e la cabina verranno prodotti tutti dalla Lunari S.p.T. o società prendi tutto, che, per risparmiare sul costo dell’acciaio, utilizzerà cavi di un diametro minore sufficienti a trasportare i primi cento passeggeri per l’inaugurazione dell’impianto, andata e ritorno, poi chi si è visto si è visto, verranno chiuse le torri a caduta libera artefatta nei parchi di divertimento in favore della vera caduta nel vuoto nella funivia Malpensa-Arcore.

Se non fosse per quel sant’uomo del Berlusca, come farebbe sto paese a rimettersi in piedi, per poter continuare ad alimentare la reputazione da repubblica delle banane, o repubblica dei pomodori, credo sia più adatto come termine almeno è una produzione nazionale, repubblica chirurgicamente ringiovanita e liftata per nascondere rughe e solchi profondi, segnali del tempo che chiaramente indicano una marcescenza del substrato istituzionale e democratico di un sistema in tilt da molto tempo.

Cor-da-ta.. cor-da-ta… cor-da-ta… cor-Schplatt!!!...

mercoledì 26 marzo 2008

Chi NON votare?!

A ballarò si discuteva sull’eterno dubbio dell’elettore medio italiano, chi votare? Non credo che la trasmissione sia riuscita ed essere sufficientemente esaustiva, i discorsi tra politici, sembrano non solo impossibili da ascoltare, si accavallano continuamente come un rumore di fondo che diventa primario, sono spiacente ma non credo che il conduttore sia all’altezza del ruolo, il buon vecchio Santoro rimane la stella polare della tribuna politica contemporanea, sa mettere in riga anche quel biscione dello psiconano.

Ma chi votare in definitiva, vista la volgarità dei toni con cui finiscono per discutere i rappresentanti delle nostre più infime bassezze umane, tra rappresentanti di un garantismo becero di collusione mafiosa e condito di favoritismi a specifici settori delle alte sfere, o neolaburisti, sempre garantisti, dallo sguardo fisso e tremolante, le idee confuse in cui si intravede un miscuglio inconsulto tra un’idea post socialista della società e un liberismo filo-capitalista laccato di cattolicesimo e moralismo, chi crede di poterci prendere in giro con un nuovo testo sacro di promesse fatte ad un vento marzolino dispettoso e inquieto? Chi è ancora in grado credere di essere in possesso del diritto di sostenere la propria innocenza nella rappresentanza della decadenza nazionale? Ma soprattutto esiste qualcuno di questi popolani che ritiene di sentirsi rappresentato ancora da pupazzi di cemento e carta copiativa di assicurazioni e banche? Mazzette e favori? Ruberie malcelate? Interessi personali palesemente trapiantanti nel nucleo della cellula elettorale? Ideologie defunte? Fantasmi di Canterville?

Evidentemente qualcuno deve esserci, diversamente questi manichini della politica sarebbero stati sfrattati da tempo dai vari girotondini, seguaci di grillo e compagnia bella, il problema di fondo è che al popolino italiano questa politica piace perché lo rappresenta in pieno, ne è la proiezione su scala di rango superiore. Alla gente non piace il politico dello schieramento opposto, ma crede che il rappresentante del proprio schieramento sia assolutamente presentabile e riconoscibile come onesto e intellettualmente professionale e corretto.

Si parla tanto di vento dell’antipolitica ma questa è la terza legislatura eletta con una percentuale altissima di affluenza al voto, superiore al 70% degli aventi diritto al voto, nel resto d’Europa faticano a raggiungere il 65% scarso di affluenza, eppure i governi europei sono tutti mediamente più rappresentativi di una popolazione occidentale evoluta e corretta, una popolazione figlia non solo della rivoluzione francese o dell’illuminismo, ma cosciente del passaggio delle due guerre mondiali e dell’attuale stato di conservazione precaria del sistema capitalista cui appartiene come ex blocco atlantico. Io piuttosto che parlare di antipolitica parlerei di decadenza generale del paese Italia, decadenza prima di tutto civile e morale – intesa intellettualmente – decadenza dell’idea di democrazia che ha assunto in toto la deviazione dell’imposizione di una possibile opinione su tutte le altre.

martedì 25 marzo 2008

Arieccomi

Un ritorno alla vita, un ritorno ai bei tempi, la fine delle vacanze pasquali, fine del tour de force lavorativo al ristorante, inizio delle allergie primaverili, odio profondamente questa stagione assieme a quella estiva, rivoglio il mio inverno… oggi stesso comincerò le danze propiziatorie per far tornare la pioggia, la neve, il vento e il gelo.

venerdì 14 marzo 2008

Il caso

Tutto comincia per caso, per caso ti accorgi di essere te stesso nel momento in cui ti raffronti con l’altro, per caso trovi le somiglianze con i ricordi del tuo passato, sempre per caso provi nostalgia al solo pensiero di trovarti sperduto nella sensazione di aver già vissuto un determinato evento.

La bellezza sta nello stupore che proviamo ogni volta che qualcosa colpisce la nostra attenzione, la sensibilità, il pathos che si crea tra noi e l’evento di cui siamo partecipi, l’impressione di scioglierci nell’ambiente che ci circonda, come se fossimo aria o acqua, fluidi gassosi che navigano inconsci nel proprio oblio. Lo stupore è la più bella delle emozioni, vivere di novità continue, venire continuamente a conoscenza di nuove realtà, persone, cose, mondi.

L’essenza stessa della vita è fatta di buone o cattive nuove, la ricerca, a mezzo di curiosità, dell’inspiegabile e inimmaginabile in ogni dove e quando.

Il grigiore della monotonia spegne il nostro intelletto, il suo strascico è pesantemente assente, i suoi effetti sono la morte, quella vera. Persiste in questo gioco di parti una costante instabilità, un altalenarsi continuo di valenze contrapposte, l’equilibrista tiene ben salda la sua asta per non cadere nel vuoto, controlla la posizione dei suoi piedi, l’oscillare della corda, l’altezza da terra, la consistenza del suolo, la soglia sopportabile di dolore, il rischio di una fine imminente, la gloria dello spettacolo. In ogni istante i giochi di equilibrio fanno capolino nella testa, si mettono in contrapposizione con la nostra precarietà reale e rallentano i nostri movimenti, facendoci perdere l’armonia di un regale passo felino. Il ritmo va ripreso, sostenersi è un compito gravoso ma costituisce la fonte di una corretta postura, è l’origine del suono melodioso della perfezione perfettibile, la complessa armonia dell’imperfetta natura delle cose. Sublime composizione.

giovedì 13 marzo 2008

Bonjour

Ma che bella mattinata, oggi la inizio con un buongiorno, ultimamente mi manca il tempo per portare a termine ogni mio intento, ma questo inizio è di buon auspicio.

Come sempre insieme alla primavera arrivano le seccature varie, si coalizzano e fanno mambassa dei tempi e degli eventi, ma oggi non posso lamentarmi, oggi è iniziato alla grande dopo una splendida serata, cercherò di tornare alla mia routine il prima possibile.

sabato 8 marzo 2008

Superman

Berlusconi è ufficialmente entrato nella fase celodurista, alla convention che annunciava la fine dei collegi elettorali che avrebbero definito le candidature per il PDL torna l’uomo superman.

“Parlano tanto delle nostre donne, perché noi abbiamo tante amanti, in fondo siamo un po’ superman, visto quello che siamo in grado di fare e molte donne lo credono, credo sia esagerato ma in fondo…”

Festeggiamo la rinascita del celodurismo PDLlino, una nuova specie di fancazzismo – inteso come rottura del cazzo – in forma Berlusconiana, alla goliardica esposizione di quella politica da bar a cui pian piano ci siamo abituati, tanto da essere capaci di creare e sostenere un partito di centro-centrista come il PD, si aggiunge un nuovo tassello, il suo.

Il grande amatore è tornato ed ha assunto le forme dello psiconano, piccolo brutto e cattivo, l’ignoranza è una dote che non gli spetta, ama tutte le donne tanto da volerle relegare ai ruoli di portaborse a vita – vedi Brambilla – cavallerizze, anzi, valchirie della difesa della toilette delle donne da pericolosi transgender – Gardini – poppe ammirevoli per deliziare gli sguardi allupati dei cattolici del parlamento – Garfagna – e chi più ne ha più ne metta.

Il clown si Arcore delizierà i nostri sguardi con la sua chirurgica bellezza, l’abbronzatura da lampada, i vestiti firmati e all’ultima moda (la sua), intratterrà il nostro spirito libero con le sue barzellette, i neologismi politici, storici, geografici e di istanza territoriale.

Lui, il solo ed unico, il vero ed inimitabile, il Grande Clown Psicobanana (GCP) sarà la salvezza di questo paese, darà slancio alla malavita organizzata e non. È ora di smetterla di discriminare le forme non organizzate di malavita, quei piccoli italiani che per arrivare alla fine del mese spacciano qualche etto di cocaina oltre a portare pizze ai tavoli, vestiti in vetrina, caffè sul banco, schedine del lotto, siamo all’alba di una nuova era, il tempo della liberazione di tutti quei poveri criminali che per sopravvivere sono costretti a fare quello che fanno. Non sono cattivi siamo noi che li disegniamo così e per dimostrare che si sta parlando sul serio verrà presentato, al consiglio dei ministri, un DDL che sottopone al parlamento il delicato nodo della malavita legata al riciclaggio del denaro sporco, bruttissimo lavoro (soprattutto per chi lo fa), beatificazione di tutti i condannati per falso in bilancio, corruzione, concussione, riciclaggio di denaro.

Questo paese verrà rivoltato come un guanto, anzi subirà una mutazione genetica, evviva il nuovo celodurismo, evviva la ruberia col sorriso, evviva lo sfottò al posto della satira, ma soprattutto PIU’ PILLU PE TUTTI!! IN TU CULU LA DEMOCRAZIA!

mercoledì 5 marzo 2008

Con eletti

Mi sorge una domanda, fisiologicamente si inerpica lungo le pareti del mio esofago e suscita disgusto, sforzo, sudore, fatica, termina in un mirabolante capogiro…

Ma si può sapere chi si credevano di essere quei buffoni che stasera si mostravano bellamente in prima serata su raitre?

1) La sindacalista corporativa.

2) La neofascista femminista pasionaria (di silicone).

3) Miss striscio come una biscia e galleggio come l’olio e il mio tono cacofonico ne è una prova.

4) Mr giovani quarantenni PD, ma non sono di sinistra.

5) Mr porto gli interessi di confindustria in casa rosa.

6) Mr visto che è passato di moda essere di sinistra rivendico l’URSS.

Ora se volessi analizzare i paradossi della serata ce ne sarebbero davvero un’infinità da elencare, per esempio, possibile che tutte le donne fossero di destra? Ma è più a destra la Santanchè o la Prestigiacomo? La Santanchè lo sa che le sue opinioni sono più a sinistra di Pecoraio Scanio? Letta si rende conto di assomigliare sempre di più al suo parente dello schieramento opposto? ma il programma del PD e del PDL è stato scritto di comune accordo o semplicemente di comune accordo hanno deciso di mettere qualche modifica di fondo? Infine, possibile che l’unico personaggio sensato della serata dovesse essere quel filo sovietico di Diliberto?

martedì 4 marzo 2008

Il folletto dei venti

Esco di casa in una fascia oraria insolita, l’orario universitario abbassa il livello di reazione alla sveglia mattutina, i sentori di offuscamento sono granitici e ben radicati, è una giornata davvero strana, un Marzo pazzerello da manuale, fuori splende un sole ridente in un cielo adamantino, le raffiche di vento sembrano spinte di giocatori di Rugby, calci nello stomaco e pugni in faccia, calma stentorea, raffica violenta.

Quando il vento soffia con la sua soffice violenza mi sembra di sentire l’elettricità nell’aria impazzire, cariche elettrostatiche che passano attraverso il mio corpo e fulminano il mio istinto di conservazione rendendomi immune a qualsiasi forma di paura o timore. Forza della natura, scatto corporeo, carica psicologica, un corto circuito che si impadronisce del mio corpo e della mia mente, in questi giorni lo gnomo scompare per lasciare spazio all’Ercole dormiente che nella sua tana incosciente dimora.

Adoro questo vento, attendo tutto l’anno la sua forza, sono un mulino a vento estirpato dalla sua terra, ho bisogno della sua follia, contro di me Don Chisciotte sarebbe impallidito rinunciando alla sua battaglia, sono l’incosciente che sfrontatamente si guarda intorno con aria di superbia, l’emissario del mio ego esploso pronto per il suo ritorno a riposo al primo sentore di caldo estivo.

Se carica il peccato origginale ala terza settimana

Questo Guzzanti mi ricorda tanto Don Baget Bozzo, ma se proprio devo essere sincero anche tanta parte del clero italiano...



sabato 1 marzo 2008

Rimangio tutto

Eccheccazzo! Odio abitare in questa città isolata da ogni evento e da ogni luogo, si certo tutti dicono che è “davvero carina”, il davvero carina dopo un po’ passa e rimane invece la scia del “un po’ provinciale” e “non troppo vitale”, insomma qui si vive mediamente, non bene non male, mediamente e basta, grigio è il cielo e grigia è la gente, anche se ultimamente qualcosa è migliorato.

Avevo programmato alla perfezione la mia giornata di oggi, tutto il giorno a Roma per la costituente dell’associazione Certi diritti, appena ho aperto la pagina di trenitalia ho subito dovuto constatare le difficoltà logistiche che mi preparavo ad affrontare, cinque ore di viaggio abbondanti e un mancato viaggio di ritorno se non nel primo pomeriggio, sarei rimasto molto volentieri a dormire a Roma ma purtroppo la domenica per me è giorno lavorativo come tutti gli altri…

Giungo alla conclusione finale di non aver la possibilità pratica di affrontare il viaggio, le condizioni temporali mi sono avverse insieme a quelle geografiche, che rabbia!