venerdì 31 ottobre 2008

Le guzzanti fanno strike

Legge 6 agosto 2008, n. 133ca

"Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria"

Decreto-legge 1 settembre 2008, n. 137

"Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università"

L'ordine è chiaro e limpido, il suicidio politico della Ministra Gelmini è studiato al dettaglio per coprire le spalle al più importante ed influente superministro Tremonti, qualcuno riesce pure a farci ridere su questi fattacci, forse il senso dell'ironia e del grottesco è indice di una forma di isteria collettiva, magari più semplicemente non ci rimane che piangere o ridere.
Rimane comunque la scottatura per un paese che sembra non riuscire ad imparare dai propri errori, che non riesce a crescere o a guardare al domani, in cui alla classe dirigente basta una piccola pausa mediatica rigenerativa, da faccia di bronzo, per ritrovare la fiducia di elettori ballerini di tip tap, irritati e sfiuciati oggi, pieni di belle proposizioni e pronti a seguire il proprio buon pastore fin dentro al più profondo dei dirupi domani.







domenica 26 ottobre 2008

Hip Hip Hurrà!!

Il PD raccoglie grandi masse in piazza, la gente protesta unita contro la barbarie del governo Berlusconi che inesorabilmente avanza sul terreno democratico (in senso stretto ovviamente), dalle parole di Veltroni sembra provenire un messaggio, almeno apparentemente, di speranza verso il futuro, non c’è una sola virgola del discorso che non funzioni, ogni metafora è perfettamente assestata, ogni riferimento politico azzerato (il paragone diretto brucerebbe l’inconsistenza del partito), sembra quasi di ascoltare le vecchie filastrocche delle nonne, quelle storielle che nel mondo rurale si raccontavano ai bambini per esortarli a fare qualsiasi cosa si cercasse di imprimergli, per andare a nanna e non aver paura del buio o del freddo, alzarsi presto alla mattina quando il sole ancora non degnava minimamente la terra del suo sguardo, zappare la terra, piegati in un eterno contatto con il sotto, provenienza e destino, attaccamento ineluttabile e beffardamente ironico, terra maleodorante per la quale si può soltanto provare repulsione, metafora di tutti gli escrementi depositatisi sopra di essa, ma che contemporaneamente trattiene a sé ogni cosa. Le filastrocche musicali e ironicamente apparentemente stupide, buffe e gioviali, tetre e piene di presagi nefasti, non si sono mai preoccupate troppo di portare alla luce soltanto la parte leggera e spensierata della vita e del futuro, si è sempre stati coscienti della natura beffarda e matrigna degli eventi che la caratterizzano, eppure le filastrocche di democratica speranza contengono tutto fuorchè la fatica, la difficoltà, l’inevitabile cammino in salita di un centrosinistra, non distrutto, inesistente ed inconsistente, riempiono gli occhi di banchetti lussuosi, grandi ideali, pensieri stupendi; riempiono gli occhi ma non riempiono il cuore, non destano interesse nelle menti veramente critiche di quell’antico centrosinistra che fu bandiera di lealtà, solidarietà, idealità, non tollerante delle ipocrisie, sempre pronto a mettersi in discussione, forse troppo, ma sicuramente con un accento di grande nobiltà, un galateo quasi incorporato, non perbenismo ma ricerca di un obiettivo eccelso quanto utopico. Walter parla in una platea perfettamente architettata, non si tratta dei buffi comizi pieni di falle, ma ricchi di contenuto, del buon vecchio mortadella, è finita quella sinistra impacciata, troppo modesta per ammettere di avere anche solo un merito, la sinistra concreta e che non sa comunicare al paese quello che ha fatto, non eccellente ma almeno compiuto, la sinistra dei litigi tra partitini di novecentesca memoria, tanti capetti, anzi galletti, tante idee, tavoli in eterna discussione sul dettaglio più adeguato alla situazione all’estremizzazione meglio assortita verso il rosso, il verde, il rosa e il bianco caldo, la sinistra delle proteste per le leggi vergogna e che scendeva in piazza con le bandiere dei girotondi, anche quelle di partito ma in netta minoranza. Ora il nuovo centrosidestra parla dall’alto della sua esperienza mediatica, assume i costumi dei migliori forzisti di primissima data, dei comizi di Forza Italia nel primo governo Prodi, usa l’immagine edulcorata del propagandista, ha schiere di psicologi ed esperti in make-up, studia quale sia la forma migliore di comunicare un qualsiasi messaggio prima che questo sia anche soltanto stato concepito, forma poi contenuto, aspetto e poi significato, comunicazione e forse dopo anche (se proprio dobbiamo) azione.
Ma l’aspetto che più mi ha colpito è stata la scenetta da candidato americano alla casa bianca, Walter in mezzo alla folla a fare il populista popolano popolare, di tutto di più, popolano in onore alla buona vecchia e senza radici quercia di D’Alemiana stirpe, popolare per la rutelliana nobiltà neodemocristiana superconservatrice supercattolica e superconciliarista, populista a seguito dell’ottima lezione di alta politica da bar, ma soprattutto da stalla, di preberlusconiana preberlusconi memoria, manca soltanto un ultimo ingrediente, quel pizzico di sguardo da bambi di Carfagnana provenienza, quell’aria sperduta di chi non sa perché ma si trova proprio a dover sostenere ciò che sta dicendo.
È dunque questo il destino di quel cammino evolutivo nato con il primo e storico ulivo? È questa la fine di tutte quelle belle parole che ci eravamo detti? Son dunque state solo favole della buona scrutinata?
Presentiamo al mondo il nuovo volto dell’opposizione al neo-post-fascismo delle banane Cuffare, una scatola di Panfilo pugliese, nelle vesti di pandora il buon vecchio D’Aly con a fianco i fedeli Ruty e Walty, subito dopo i fedeli pretoriani da distruzione politica di massa Francescyni, Betty Bynetty, Lady Madyan, etc…
Per il nuovo centrosidestra italiano, Hip Hip Hurrà! Hip Hip Hurrà! Hip Hip Hurrà! E andate tutti a cagare!

giovedì 9 ottobre 2008

Allarme, blog cancellato!!!

Qualcuno mi dica dove è finito il blog di Finazio!
Aveva annunciato la possibile chiusura, causa le continue minacce di vari emissari della santa sede.
La motivazione sarebbero le "scandalose" affermazioni che la sua libera opinione esprimeva quotidianamente, soprattutto rispetto alla rubrica nominata "la posta di Ratzinger", spero vivamente che la chiusura del blog derivi da una decisione personale del suo autore, anche se la cosa mi rattristerebbe, e non invece indotta da motivazioni rintracciabili nel clima di piombo che respiriamo rispetto al ritorno del papa-re (che metto minuscolo di proposito).
Vorrei invitare tutti i blogger che da qui passano, soprattutto i suoi lettori, a scrivere sull'argomento, sperando di scoprire la fine di un'angolo di informazione e critica democratica.

Ecco il link, ora inesistente, del blog

Finazio

mercoledì 8 ottobre 2008

Le lezioni non bastano mai

Certe riflessioni sono sempre necesarie ad evitarci la penosa debacle di ricadere nei nostri errori passati, a quanto pare però il nostro passato non sempre basta ad insegnarci come guardare al futuro onestamente, anche con spirito di sacrificio magari.

Il mondo drogato della vita a credito

Non c'è altro da aggiungere a mio parere, l'articolo raggiunge il nucleo della situazione in maniera magistrale.

venerdì 3 ottobre 2008

Straight down

Ma se la strada da seguire non fosse una semplice fuga all’infinito, la linea dell’ignoto che si nasconde allo sguardo? Sicuramente bisogna seguire i propri desideri per poter raggiungere un ceck point di salvezza emotiva minimo.
Forse semplicemente è l’istinto a guidare ogni singola azione, ogni decisione importante sembra vincolata a difficoltose e virtuose riflessioni, tuttavia la scintilla che fa scattare la decisione finale rimane sempre indissolubilmente legata alla sfera emotiva.
Meglio dormirci sopra, troppo poco ossigeno, tanta insicurezza.