mercoledì 23 luglio 2008

Incontro con l’autore…


Non mi era mai venuta in mente la possibilità di incontrare uno degli autori che quotidianamente leggo, commento e lentamente imparo a conoscere. La dimensione virtuale della rete, ma soprattutto quella più intima e conoscitiva della rete dei bloggers, sembra comunque distante, altera, anche se mai asettica.

In questo stravolgimento estivo mi ritrovo a fare i conti invece con la materializzazione di tutto questo, ho finalmente l’occasione di incontrare uno dei bloggers che più stimo, sam, di “Non contro ma per”.

Tutto parte da una mail ricevuta un pomeriggio di domenica, la mattinata decisamente poco interessante passata al ristorante lasciava sulla pelle tutta la sensazione di caldo afoso e stanchezza estiva, stanchezza incrementata dai postumi del lavoro del sabato sera, spossatezza equina.

Nella pausa pomeridiana mi diletto sempre nella lettura delle mail, ormai è diventata un’abitudine quotidiana, soprattutto dopo l’abbandono subito dalla mia casella di posta elettronica (cause di forza maggiore), è un’attività rilassante, non fa accumulare calore – altro fattore estremamente importante – toglie l’attenzione dalle attività non propriamente stimolanti, mi riporta soprattutto nella mia dimensione personale…

Nel mio diverbio di riflessioni trovo qualcosa di insolito nella casella, ormai viziata da messaggi pubblicitari accumulatisi nel tempo, qualcosa è cambiato, un messaggio esterno è arrivato, la mia mail di nuovo un senso ha trovato… con le rime ho anche terminato.

Quale modo migliore di ricominciare se non con un’incontro con l’autore? Infatti la disponibilità telefonica di Sam mi ha immediatamente fornito la possibilità di testare questo passaggio dalla consistenza della rete a quella dell’etere, passaggio non deludente, anzi tutto ciò che temevo non è avvenuto, l’imbarazzo di una presentazione, le parole che faticano ad essere pronunciate, i silenzi dell’incognita sui possibili argomenti da affrontare. Tutte le mie preoccupazioni si sono vanificate nell’istante in cui mi sono presentato con il mio nome, le parole hanno riempito il resto e non hanno lasciato spazio ad imbarazzi di sorta. Non avrei mai creduto di poter assistere allo stupore di conoscersi prima ancora di essersi incontrati, visti di persona, misurati fisicamente e territorialmente, quella dimensione molto animale ed istintiva che nonostante tutto persiste nel nostro modo di agire.

Ci si mette d’accordo per vedersi a Parma - i nostri momenti liberi magicamente coincidono – il viaggio in treno si rivela un’esperienza da antinferno, la bandiera che però seguono gli innocenti passeggeri è la porta, nella speranza di arrivare prima possibile a destinazione, o il finestrino – dove non sono ermeticamente sigillati – nella speranza di agguantare una boccata d’aria - la costrizione di centinaia di persone alla condizione di un carro bestiame mi fornisce la dimensione civile delle nostre ferrovie .

L’agoniato arrivo a Parma mette a tacere tutti i miei rimuginamenti sull’assurda condizione di viaggio e sulle motivazioni per cui non avrei mai più preso un treno nazionale…etc.. etc..

La giornata è ridente, il solleone taglia il selciato del marciapiede in fasce di sofferenza ed altre apparentemente inerti, una tigratura di pietra e fuoco, su cui passano centinaia di piedi inermi rispetto al potenziale pericolo di avanzare – anche solo per qualche metro – a piedi scalzi, scandisce la nostra passeggiata di chiacchiere e scambi di opinione, una sensazione nostalgica mi percorre da cima a fondo, come se avessi già vissuto questa esperienza, ma dimentico che tutto scaturisce dal mio stupore nel trovarmi perfettamente a mio agio con questo sconosciuto, che sconosciuto non è.

Che persona straordinaria sam, stravolge ogni aspettativa, nell’incognita di chi avrei incontrato in quella stazione, alla ricerca di una possibile materializzazione di quello che credevo essere un uomo in età più avanzata, avevo generato in modalità ramdom tutte le possibili caratteristiche somatiche che potevano appartenere all’idea di persona che mi ero fatto. Tutte sono state inesorabilmente eluse e demolite, giovane e pimpante mi ha raggiunto all’uscita della stazione, mi ha dato una pacca sulla spalla e come se fossimo vecchi amici ci siamo avviati senza una precisa direzione verso la città.

Nella spensieratezza più ingenua la giornata è passata ed ha lasciato un alone armonioso nei miei ricordi, aggiungendo un’altra ampolla nella teca dei cari e degli amici.

venerdì 18 luglio 2008

180708



Dov’ero rimasto? Sicuramente lontano nel tempo e nei pensieri, lontano negli eventi, negli avvicendamenti che mi hanno tenuto lontano da ogni riflessione personale, lontano in percezione di un periodo meno florido e decisamente più impegnativo. 18 luglio 2008, forse è giunto il momento di ricominciare a pensare, non che la cosa venga periodicamente a mancare, semplicemente non si verbalizza la sua concretizzazione scritta, la pietrificazione di concetti evanescenti che velocemente passano nella mente, lasciando leggere tracce, non ha importanza alcuna lo spessore emotivo ed intellettuale che ricoprivano, la scia passa e perde forza, consistenza materica – non che ne abbia mai avuta una fisica, sicuramente a scopo puramente speculativo mentale – permette di vivere in un eterno presente, privo di un qualsiasi riscontro con la vita vissuta, eventi passati, ragionamenti perduti. L’eterno presente non solo non possiede passato, non sa considerare l’imperativo di un futuro imminente, anzi costantemente presente ad ogni singolo istante, tempo che subisce la costante metamorfosi di sé stesso in sé stesso medesimo, materia documentale e del nulla.

È quindi giunta l’ora di ricominciare, buon week end lavorativo e non