Mi son chiesto, in una visita ad una metafisica esposizione di oggetti giganteschi, il senso di questo vertiginoso rincorrersi di nuovi capisaldi, punti di riferimento che perdono la motivazione che li ha generati in improbabili sabbie temporali. La poesia della ricerca e della manifestazione di nuove forme di pensiero, sfide per il presente, o piuttosto per il passato prossimo, piuttosto che per un’improbabile futuro relativo - prossimo, passa per apparenti linguaggi di pratica avveniristica, forgia la propria letteratura comunicativa di parole alterate, prese in prestito dal passato, “imperfetto” e non meglio specificato, in cui affonda la sua sempre improbabile memoria di ciò che è stato, o apparentemente a memoria viene richiamato.
La dimensione come forma comunicativa è radicata in concetti altamente fisici e terreni, così strettamente legati alla consistenza materica e alle leggi della plastica tradizionale, che per sua natura intrinseca non può e non potrà mai divenire neologismo, non potrà mai assurgere ad un superiore livello di comunicazione, se non per un fortuito caso di coincidenze e successive interpretazioni, rigorosamente soggettive – quindi estranee alla fonte originaria di pensiero – e molteplici.
L’alterazione del linguaggio a senso unico e ad opera di un unico senso – o punto di riferimento, vista – è estremamente utile alla massificazione della comunicazione, alla spettacolarizzazione di un aspetto – nella fattispecie quello dimensionale – che forzatamente diventa l’obiettivo e il fine definitivo dell’esternazione artistica.
Rimane sempre e fortunatamente “l’attimo fuggente” del colpo visivo del punto di vista soggettivo, condito di eventi estemporanei e aggiunte impreviste di nuovi eventi ad acutizzare un significato abusato. Il contrasto tra la speranza, grigia ma luminosa, e la solitudine della disperazione e della memoria storica di indimenticabili sofferenze, rattrista lo sguardo, mette in moto il pensiero memore di altrettante storie parallele, reali ed immaginarie, lasciando spazio ad un sentimento dubbiosamente positivo e malinconico, è davvero possibile?

NO AL DDL CHE LIMITA LA DEMOCRAZIA IN RETE
UN ANGELO CHIAMATO NIKI
NONTOCCARLA!!!
SOCCORSO CIVILE
PAOLA BINETTI FREE!!
IN DIFESA DELLA LEGGE 194/78 LIBERADONNA
ABROGAZIONE DELL'OBIEZIONE DI COSCIENZA PER MEDICI E FARMACISTI
APPELLO PER LA COSTITUENTE LAICA
UN TENTATIVO DI PORTARE UN PO DI LAICITA NEL PARTITO DEMOCRATICO
MANIFESTO PER L'EGUAGLIANZA DEI DIRITTI
lunedì 15 settembre 2008
L’amore salverà il mondo?
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3 commenti:
te la faccio breve.
per me sì, è possibile.
e non mi arrenderò mai al contrario.
non voglio.
bentornato (in ritardo) :))
tu pensa che palle un mondo "salvato" e zeppo di amore. ;-)
Che bello rileggerti.
Baciottoni
@bibi
fondamentalmente rimango nel dubbio, propendo maggiormente per la volontà, quella rimane la mia prediletta, grazie, son tornato insieme all'autunno...
@alice
hihi non posso negarti una buona dose di ragione, i miei personaggi preferiti al cinema e nei romanzi sono sempre i cattivi, più fascino c'è poco da fare
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