lunedì 15 settembre 2008

L’amore salverà il mondo?



Mi son chiesto, in una visita ad una metafisica esposizione di oggetti giganteschi, il senso di questo vertiginoso rincorrersi di nuovi capisaldi, punti di riferimento che perdono la motivazione che li ha generati in improbabili sabbie temporali. La poesia della ricerca e della manifestazione di nuove forme di pensiero, sfide per il presente, o piuttosto per il passato prossimo, piuttosto che per un’improbabile futuro relativo - prossimo, passa per apparenti linguaggi di pratica avveniristica, forgia la propria letteratura comunicativa di parole alterate, prese in prestito dal passato, “imperfetto” e non meglio specificato, in cui affonda la sua sempre improbabile memoria di ciò che è stato, o apparentemente a memoria viene richiamato.
La dimensione come forma comunicativa è radicata in concetti altamente fisici e terreni, così strettamente legati alla consistenza materica e alle leggi della plastica tradizionale, che per sua natura intrinseca non può e non potrà mai divenire neologismo, non potrà mai assurgere ad un superiore livello di comunicazione, se non per un fortuito caso di coincidenze e successive interpretazioni, rigorosamente soggettive – quindi estranee alla fonte originaria di pensiero – e molteplici.
L’alterazione del linguaggio a senso unico e ad opera di un unico senso – o punto di riferimento, vista – è estremamente utile alla massificazione della comunicazione, alla spettacolarizzazione di un aspetto – nella fattispecie quello dimensionale – che forzatamente diventa l’obiettivo e il fine definitivo dell’esternazione artistica.
Rimane sempre e fortunatamente “l’attimo fuggente” del colpo visivo del punto di vista soggettivo, condito di eventi estemporanei e aggiunte impreviste di nuovi eventi ad acutizzare un significato abusato. Il contrasto tra la speranza, grigia ma luminosa, e la solitudine della disperazione e della memoria storica di indimenticabili sofferenze, rattrista lo sguardo, mette in moto il pensiero memore di altrettante storie parallele, reali ed immaginarie, lasciando spazio ad un sentimento dubbiosamente positivo e malinconico, è davvero possibile?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

te la faccio breve.
per me sì, è possibile.
e non mi arrenderò mai al contrario.
non voglio.
bentornato (in ritardo) :))

Anonimo ha detto...

tu pensa che palle un mondo "salvato" e zeppo di amore. ;-)
Che bello rileggerti.
Baciottoni

Pat pat ha detto...

@bibi
fondamentalmente rimango nel dubbio, propendo maggiormente per la volontà, quella rimane la mia prediletta, grazie, son tornato insieme all'autunno...
@alice
hihi non posso negarti una buona dose di ragione, i miei personaggi preferiti al cinema e nei romanzi sono sempre i cattivi, più fascino c'è poco da fare