martedì 4 marzo 2008

Il folletto dei venti

Esco di casa in una fascia oraria insolita, l’orario universitario abbassa il livello di reazione alla sveglia mattutina, i sentori di offuscamento sono granitici e ben radicati, è una giornata davvero strana, un Marzo pazzerello da manuale, fuori splende un sole ridente in un cielo adamantino, le raffiche di vento sembrano spinte di giocatori di Rugby, calci nello stomaco e pugni in faccia, calma stentorea, raffica violenta.

Quando il vento soffia con la sua soffice violenza mi sembra di sentire l’elettricità nell’aria impazzire, cariche elettrostatiche che passano attraverso il mio corpo e fulminano il mio istinto di conservazione rendendomi immune a qualsiasi forma di paura o timore. Forza della natura, scatto corporeo, carica psicologica, un corto circuito che si impadronisce del mio corpo e della mia mente, in questi giorni lo gnomo scompare per lasciare spazio all’Ercole dormiente che nella sua tana incosciente dimora.

Adoro questo vento, attendo tutto l’anno la sua forza, sono un mulino a vento estirpato dalla sua terra, ho bisogno della sua follia, contro di me Don Chisciotte sarebbe impallidito rinunciando alla sua battaglia, sono l’incosciente che sfrontatamente si guarda intorno con aria di superbia, l’emissario del mio ego esploso pronto per il suo ritorno a riposo al primo sentore di caldo estivo.

Nessun commento: