mercoledì 9 gennaio 2008

Perchè tanto accanimento antiaborto?



Vorrei dedicare una piccola parentesi al lungo dibattito che sta assordando i media e tutto il paese, la vacua discussione sulla moratoria sull’aborto.

Il problema di fondo non è il fatto che un embrione abbia, in funzione del fatto che assurgerà allo status di forma di vita intelligente (o vita in generis, come piace assolutizzare alla chiesa), un diritto alla futura esistenza o alla prosecuzione del proprio ciclo di transizione verso una forma di vita di cui sopra… o che la donna abbia o meno il diritto di prendere possesso del proprio corpo.

Qui la tematica che viene sfiorata è di gran lunga più ostile e minacciosa verso i diritti civili fin qui conquistati dalle democrazie laiche.

La loggia cattolica e tutto il settore ideologico e politico che la sostengono, per convinzione e o per convenienza, stanno cercando mi mettere le basi di un concetto da sempre presente nel pensiero e nella “parola sacra”, che pedissequamente interpretano a seconda delle proprie logiche di convenienza politica e di esercizio del proprio potere di persuasione decisionale verso gli individui plagiati da tale sovrastruttura mentale. Il concetto che si vuole far passare è quello secondo il quale l’essere umano non è libero di agire liberamente, un essere che non possiede il controllo sulle proprie azioni e sul proprio pensiero, che non agisce in libera coscienza o comunque che non ha il diritto di farlo. L’essere umano non è possessore neppure della propria vita…Dio gli ha fatto questo dono!... e solo a lui appartiene il diritto di recesso su tale bene, ovviamente si finisce sempre a cadere sulla logica del possesso o del diritto a decidere sulle proprie azioni… che materialisti sti cattolici.

Mi perdoni il gentil sesso per aver deviato l’argomento ma era d'obbligo, la negazione del diritto intangibile e infrangibile della donna ad avere piena facoltà di scelta su tutto ciò che di più intimo possiede, il proprio corpo, è solo il pretesto per poter poi allargare a tutto il resto tali privazioni.

Ovviamente non è trascurabile il cattivo rapporto che intercorre tra la santa sede e il gentil sesso, da sempre vittima, quest’ultimo, dei pregiudizi popolari derivanti e sfociati nel caos della fede religiosa, le streghe come ben sappiamo erano donne, forse gli uomini non hanno mai ingoiato l’amaro boccone che tutta la loro prestanza fisica poco poteva dirsi in paragone al potere di cui disponeva una donna sulle future generazioni, dare o meno la vita e creare un rapporto di interdipendenza con la futura prole. Il pensiero cattolico è abbondantemente permeato dello sperma di tutti i suoi laidi rappresentanti di casta, per cui che altro sostenere se non il diritto al frutto della loro inseminazione (fisica, morale e mentale) di prevalere su quello di chi, la donna, ha usurpato alla propria costola il potere divino di conferire o meno la vita?

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