mercoledì 27 febbraio 2008

Ballarò 27-02

Scene di straordinaria follia nazionale:

Un Formigoni sempre arrogante e menzoniero, un Massimo (al minimo) D’Alema offuscato, con la patina di cera invecchiata i capelli bianchi di chi si è adattato a fare una politica asservita ad un riformismo che preferirei definire conservatorismo cattolico, un Pierferdinando Casini “rinnovato”, che inutilmente cerca di assurgere al ruolo di capobranco del riformismo moderato democristiano. Tutti insieme a discutere su minimalismi formali inutili, la politica che parla di sé stessa è uno spettacolo sempre poco edificante. Gli scontri tra D’Alema e Formigoni mal nascondono le idee inciuciste che si dilettano a mettere sul piano programmatico - della prossima Grosse Koalition - i non temi di questa campagna pastorale.

Imperversa il ritornello dell’oscena moratoria per la difesa della vita dal suo concepimento, PD PDL tanto simili nelle sigle lo sono di fatto anche nei programmi, inutile l’intervento di D’Alema in difesa della legge 194 – vorrei anche vedere se non fosse così – i discorsi sui dati scontati ma da ribadire continuano a dare la misura dell’invecchiamento mentale di questa classe dirigente, D’Alema parla di difesa della legge 194, ma si dimentica non solo della rinomata Teodem Paola Binetti ma di tutto quel settore appartenente all’ex-margherita che – nonostante la fantomatica appartenenza all’asse riformista – ha sempre sostenuto di non voler discutere di temi “eticamente sensibili” proprio per evitare la divisione delle coscienze… - mi chiedo quali coscienze debbano dividersi su un diritto inalienabile ma qualcuno ancora oggi ritiene inopportune queste definizioni – e queste componenti non fanno certo parte di quel settore più retrivo dell’ex partito neopopolare di sinistra, si parla di personaggi del calibro di Rosi Bindi, Francesco Rutelli, Dario Franceschini, Paolo Gentiloni, e la lista potrebbe continuare ad allungarsi.

Non perdo certo altro tempo in inutili parallelismi del PDL bastano due nomi Formigoni e Prestigiacomo. Ma qualcosa scappa dal pur sempre erudito e tagliente Tin-dalema, i partiti coalizione come quelli americani contengono per loro natura delle forti contraddizioni interne…

Partiti coalizione? Non era il PD una realtà che toglieva di mezzo le tensioni centripete delle grandi coalizioni maggioritarie di governo? E per emulazione non lo era anche il PDL? Allora perché scegliere a tutti i costi di abbandonare l’asse più radicale della sinistra visto che le discrepanze si sono infine trasferite all’interno di questi grossi contenitori – vuoti – di idee di stretta importazione statunitense?

Questi enormi silos di cereali misti non reggono neppure al loro concepimento la prova democratica del dialogo, se non con la parte avversa l’altro silos (di fasci). Abbandonare la sinistra radicale sotto quest’ottica sembra invece sottendere ad un’altra ricerca, il voto dei cattolici ed il sostegno della chiesa, intesa come organismo centrale. Come intelligentemente sosteneva Sansonetti, questi grossi sacchi napoletani, in comune accordo, progettano di cancellare dalla storia politica italiana partiti storici di fondamentale importanza allontanandosi dalla tradizione politica europea. Che cosa spera di ottenere il PD italiano non riconoscendosi nella grande famiglia della costituente socialista europea? Vorrebbe essere il principio di un nuovo centro alternativo al PPE? E la sinistra di tradizione socialista dove andrebbe a finire? Il socialismo europeo che ha operato le più importanti riforme sociali del continente, rendendolo di fatto l’ambito geografico più democratico sulla terra, non può essere messo in disparte in onore di una fantomatica superiorità democratica della sinistra americana.

Dove ci porta questa tendenza negativa della sinistra italiana? C’è aria di resurrezione dell’area democristiana, già rivelatasi fallimentare, ci sono tre partiti di centro: La rosa bianca, l’UDC e il PD, tutti e tre rigorosamente separati e politicamente inconciliabili.

Stiamo decisamente dando ai coinquilini continentali l’ennesimo spettacolo di decadenza cui ormai si sono abituati.

Zapatero confido in te!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

brutta brutta gente a Ballarò ieri sera.
E D'Alema con quel modo di fare da saccente malcagante meriterebbe di sistemare catrame con una pala su una strada d'agosto.

Pat pat ha detto...

Buona idea, magari gli tornano i capelli neri e ricomincia a pensare.
Azz dimenticavo, se ricomincia a pensare poi ricomincia a fare le sue cagate.

Finazio ha detto...

Andando per blog ho letto da qualche parte che i grossi schieramenti di cosidetti moderati, che tendono ad escludere le frange più politicamente impegnate (vedi il PD senza Rifondazione, etc) rispondono al programma di controllo dello stato teorizzato dalla P2 di Gelli. In grande vecchio ha vinto anche stavolta.

Anonimo ha detto...

Auguratevi che non vinca nessuno alle politiche. Perchè vorrà dire che i principi laici andranno a farsi fottere, e ci sarà un accellerazione ulterirore del neoliberismo.

D'Alema difende i valori laici? HAHAHAHA non fatemi ridere, proprio lui che aveva partecipato alla santificazione del fondatore dell'opus dei?
Ciao teste di capra!

Pat pat ha detto...

@fin
Ecco perchè PD e PDL vanno così d'accordo, sono i due gemelli prodigi separati ai tempi della P2.

@incarcerato
speranza vana, purtroppo ci tocca sorbirci uno dei due e sinceramente non so quale sia il male peggiore.
Tindalema l'aveva ben colto la cara Sabina Guzzanti quando inscenava i suoi monologhi a fianco dell'ancora non rifatto Berlusca.