mercoledì 6 febbraio 2008

Se non può appartenere a me, non apparterrà a nessuno.

Qualcuno tenta sempre di tornare dal pozzo dei ricordi nella nostra vita, c’è sempre voglia di trasformare e plasmare gli avvenimenti passati in qualcosa di diverso, la tentazione del revisionismo che strisciante continua a suggerire nuove vie da percorrere per ritrovare la strada maestra.

Non c’è peggior testardo di colui che non vuol vedere di fronte a sé, di colui che continua a vivere nel proprio passato e idealizza avvenimenti di per sé poco edificanti. Se cerchi di comprendere le istanze altrui scoprendo il lato più sensibile e percettivo della tua indole finisci irrimediabilmente relegato in due distinti mondi.

Quello della persona da beatificare, se non da santificare, e successivamente quello di chi va demolito o comunque istigato all’autodistruzione.

In questo pianeta vivono miliardi di individui completamente diversi, con esperienze uniche e pensieri che definiscono in sé tanti piccoli e diversi mondi, universi paralleli fatti di altrettante vite ed eventi.

Chiunque si trova prima o poi nel suo breve arco di presenza biologica, inteso come combinazione di materia che tende a costituirci in individuo, su questo angolo di universo ad affrontare quel complesso fenomeno dell’incontro scontro con altri individui della propria specie. Dicono che siamo animali sociali per nostra natura, questa affermazione è valida solo in parte, se per socialità si intende quel complesso fenomeno per cui un individuo, soppesati i possibili effetti positivi e negativi sulla propria esistenza come entità appartenente ad una famiglia sociale, una volta venuto a contatto con un altro della medesima specie stipula con quest’ultimo un contratto di non belligeranza o vicinanza, allora posso approvare questa espressione come aderente alla realtà, in una forma di idealismo si potrebbe anche definire l’uomo un individuo sociale, inteso come essere alla costante ricerca di rapporti umani, una sorta di essere benevolo che trova gratificazione nella cristiana benevolenza verso l’altro. Questo è decisamente l’aspetto edulcorato e occidentalizzante del fenomeno sociale umano.

Non mi ritengo un freddo osservatore di fenomeni, non sono uno scienziato, non uno psicologo (anche se mi sarebbe piaciuto), non un dottore, non un analista un economo un giudice, non sono un cinico individuo che vuole sgranare come una zolla di terreno asfittico la già deperita civiltà cui, mio malgrado, appartengo. Ho sempre cercato di fornire la maggiore quantità possibile di energia umana nei rapporti con le persone con cui ho condiviso parte della mia vita, purtroppo questo si traduce quasi sempre in una bieca forma di impossessamento della propria indipendenza, oppure nel caso peggiore nello sfruttamento a tempo indeterminato e con affetti a rendere.

Cerchi di comprendere i motivi per cui una persona si è legata a alla tua, cerchi di arrivare al nucleo degli eventi e alla scintilla che fa scaturire certe forme di irrazionalità tutte umane, lo fai perché saresti ingiusto e insensibile in caso contrario, perché non riusciresti a guardare più la tua immagine riflessa in una qualsiasi superficie riflettente, perché vedresti in ogni angolo l’ombra del misfatto, l’alito gelido della colpa, perché il peggior giudice sei tu stesso nei tuoi confronti, sei l’imperatore dispotico del tuo regno e ne definisci nel dettaglio tutti i comportamenti che non approveresti.

Ma a che serve la comprensione se poi determina mania di possesso? Quali strade potrà mai aprirci se non quelle dell’illusione altrui? Non importa quali siano le tue intenzioni, c’è sempre qualcuno pronto a rileggere i fatti e le affermazioni in una chiave tutta personale, irrazionale, tendenziosa.

Dire che il sole non gira attorno alla terra non può sortire nessun effetto positivo in chi è convinto che tu stia sostenendo, non solo, una balla ma che la tua sia una menzogna nei tuoi stessi confronti.

La psicologia umana è decisamente complessa e difficilmente definibile (per fortuna), ma sicuramente alcune menti ( decisamente tante) posseggono una forma compulsiva di ossessività, capace di illudersi delle cose più impossibili e fantasiose, capaci di elevare al grado massimo di beatitudine qualsiasi individuo che venisse investito dalla loro ondata emotiva anomala, ma pronte poi a distruggere ciò che non possono in ultima istanza possedere.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

This is great info to know.

Pat pat ha detto...

Great info? I was desperate in that period