martedì 26 febbraio 2008

Flirt commerce

Tenere ben separate le proprie componenti è cosa estremamente importante, soprattutto se si parla di componente fisica e istintiva contro componente emotiva e mentale. Dopo lunghi ripensamenti torno al punto di partenza giungendo alla conclusione di non essere in grado di conciliarle, a volte sembrano appartenere a due entità ben distinte, pensano contemporaneamente in opposizione l’una all’altra e finiscono per rendere ancora più difficili certe scelte.

Siamo tutti alla ricerca di qualcosa che sappia appagare le nostre esigenze ed aspirazioni, sia questo qualcosa un soddisfacente avanzamento nella scala sociale, una corrispondenza del lavoro svolto, una remunerazione corretta ed equilibrata – rispetto alle nostre aspettative ovviamente – le congratulazioni generosamente offerte da chi già ci stima – o più spesso da chi ci detesta – l’ultimo ma non meno importante campo di definizione della nostra autostima è quello sentimentale, costantemente in preda di correnti emotive collettive ci facciamo prendere da confezioni regalo di emozione, fiocchi rossi di ti amo, pacchi perfettamente progettati di storia ideale e da seguire, dolciumi e schifezze varie di tipo cuoriforme, nostalgie fantasy Dynastiane, idealismi estetici chirurgici e botulinici, rigonfiamenti emostatici steroidei.

Tutto in vetrina perfettamente imbellettato e laccato per farci pensare a confetti di sentimento invece che a misere retribuzioni rispetto al lavoro svolto, dolci esuberanti fragranze di gusto sintetico rispetto all’amara analisi del nostro contesto in via di disfacimento, prospettive di destini ideali e delicatamente colorati di pastello e acquerello ad arginare un esasperante sentimento di cupa depressione post-illusionista.

La carota giornaliera è servita e l’asino continua a camminare in linea retta, verso quel modello economico per lui delineato, verso la struttura consumistica che democraticamente ha contribuito a definire, verso mete non scelte ma imposte, in direzione dei panieri ideali di consumo economico, soddisfazione percentuale media equa e solidale, inflazione in caduta libera – verso l’alto – costi pronti al decollo – esponenziale – soddisfazione in calo, si richiedono misure di emergenza per riportarlo ad un tasso concorrenziale, assunzione di nuove misure economiche atte ad arginare il fenomeno, abbassiamo il prezzo dei prodotti di elettronica e vestiario, apparenza di benessere, amnesia del consumatore, il livello di soddisfazione solidale è ripristinato, l’equo aspetta la prossima manovra di fine legislatura.

Per quale motivo dare tanta rilevanza al dilagare di false notizie di benessere raggiunto per un oggetto deperibile in più sotto il tetto di casa? come fare a raggiungere i livelli medi e ideali disegnati da un mondo di squali finanziari? Missione impossibile se non demenziale e ridicola, porsi come meta il raggiungimento di obiettivi altrui in dissenso a quelli individuali. Permettere al mercato mediatico, finanziario e collettivista – pseudocorporativo – di influenzare le nostre scelte, tramite specchi per le allodole accuratamente posizionati nei giusti angoli prospettici, vuol dire rinunciare ad un mondo infinito di idee e fantasie che albergano in ognuno di noi, perdere l’unicità che ci contraddistingue, impoverire la vera collettività fatta di forti differenze e colorata da pensieri ed opinioni in opposizione e sempre difformi alla media statistica.

Allora rivendico la mia lotta interiore, difendo la mia ricerca personale, faccio tesoro delle mie esperienze anche se non apprezzabili da tutti, dico basta a questo uniformarsi che continuamente passa sotto il mio sguardo atterrito. È importante tenere separate le proprie componenti? Io, in funzione delle mie esperienze e peculiarità, ritengo di si, può accadere che tutto cambi radicalmente e mi porti a scelte opposte, questo lo valuterò a tempo debito ora ho deciso.

Nessun commento: